Come riporta l’UNI in un comunicato, ogni anno vengono immessi nell’atmosfera 50 miliardi di tonnellate di gas serra. E, se a questo numero, già di per sé significativo, si aggiunge che il 75% di queste emissioni deriva dal consumo di energia, il quadro può dirsi completo. Settori chiave come trasporti, elettricità, riscaldamento e manifattura ne sono i maggiori responsabili. Sono evidenze che delineano con sufficiente chiarezza i contorni del problema, e che, in un certo senso, ne suggeriscono anche la soluzione: per invertire la tendenza e garantire un pianeta più sano per le generazioni future, abbiamo bisogno di passare a fonti di energia sostenibili.
L’energia alimenta le nostre case, le nostre industrie e le nostre economie. Tuttavia la sua produzione, la sua distribuzione e il suo consumo possono essere rispettosi dell’ambiente, sicuri ed efficienti. E le norme – sottolinea UNI – possono fornire un notevole contributo in questa direzione, ottimizzando l’uso dell’energia, migliorando la sicurezza energetica e supportando l’integrazione di diverse fonti energetiche in modo da soddisfare efficacemente la domanda globale.
A questo proposito – prosegue l’UNI – ISO ha pubblicato sul proprio sito un interessante approfondimento, che testimonia quanto il tema energetico rappresenti veramente una delle sfide di maggior portata strategica per il futuro della nostra società e come gli standard siano uno strumento potentissimo per governarlo in maniera appropriata.
Ma quanto è impegnativa la sfida, si chiede l’UNI? La risposta, ancora una volta, è nei numeri.
Entro il 2050 si prevede che l’uso globale di energia primaria (cioè energia ottenuta direttamente dalle risorse naturali) aumenterà fino al 57% del totale. Ad oggi, le fonti a basse emissioni rappresentano circa il 39% della produzione di energia globale e l’obiettivo è quello di incrementare considerevolmente entro il 2030, in particolare, la percentuale relativa al fotovoltaico e all’eolico (integrate dal nucleare e da altre tecnologie), anche alla luce – è il caso di dirlo… – della notevole riduzione dei costi ad esempio del solare fotovoltaico, crollato dal 2010 al 2022 dal 710% in più rispetto all’opzione più economica basata sui combustibili fossili al 29% in meno.
Certo, la spinta verso le energie rinnovabili richiede un aumento sostanziale della capacità produttiva e, anche, un salto di qualità nelle soluzioni di stoccaggio (visto che le produzioni di energia rinnovabile come quelle citate del fotovoltaico e dell’eolico fluttuano con le mutevoli condizioni meteorologiche). Questo quadro mette poi in campo un’altra variabile di grande importanza -prosegue l’UNI-, ossia l’integrazione e l’interoperabilità dei sistemi energetici. Ma non è l’unica: bisogna parlare anche di resilienza, connettività, digitalizzazione, innovazione tecnologica (le tecnologie di Industria 4.0 possono ottimizzare la produzione di energia rinnovabile) e, non ultime, efficienza energetica e misurazione delle emissioni di carbonio (perché ridurre il consumo di energia da fonti fossili è pur sempre il modo più immediato per tagliare le emissioni).
In tutto questo il rafforzamento dei quadri legislativi e l’espansione degli incentivi finanziari sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Ma, come dicevamo, anche la normazione tecnica ha un fondamentale ruolo da svolgere, come strumento facilitatore per la diffusione di buone pratiche.
L’UNI ha deciso, dunque, di riportare una sintesi (non esaustiva) di alcuni significativi standard e norme che affrontano questi temi.
Norme tecniche a supporto della transizione energetica
La UNI CEI EN ISO 50001:2018 (“Sistemi di gestione dell’energia – Requisiti e linee guida per l’uso”) – a cui si aggiunge l’aggiornamento (A1) del settembre 2024 che riguarda le azioni relative al cambiamento climatico, comune a tutte le norme sui sistemi di gestione – ha l’obiettivo di consentire alle organizzazioni di perseguire, con un approccio sistematico, il miglioramento continuo della propria prestazione energetica e di realizzare, mantenere e migliorare un efficace sistema di gestione dell’energia.
A valle di questa norma ne esistono molte altre della stessa famiglia che ne declinano l’applicazione, nonché la misura, la verifica e la valutazione delle prestazioni (UNI ISO 50004; UNI CEI EN ISO 50005; UNI ISO 50006; UNI ISO 50015 …).
A proposito di cambiamenti climatici, UNI ricorda la serie UNI EN ISO 14064, che fornisce specifiche per la quantificazione, il monitoraggio e la rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra: strumenti potenti per comprendere e affrontare efficacemente le sfide climatiche. Un tema veramente cruciale e che, in un certo senso, vede il nostro Paese impegnato in prima linea: si è tenuta infatti pochi mesi fa, proprio presso UNI, la riunione plenaria del comitato tecnico CEN/TC 467 “Climate change”, il comitato tecnico europeo che sviluppa standard in questo ambito, che ha presidenza italiana.
In tema di energia solare, numerose sono le norme che trattano degli impianti nonché la durabilità, l’affidabilità, la sicurezza dei collettori (ossia i pannelli). Tra queste la più recente, pubblicata nel luglio scorso, è la UNI EN ISO 24194:2024 che specifica due procedure per verificarne le prestazioni termiche.
Se invece si parla di biogas, la UNI EN ISO 20675 definisce la terminologia del settore e le modalità di classificazione inerenti la sua produzione, nonché lo stoccaggio dell’elettricità da biomassa e il suo trattamento, purificazione e utilizzo.
La UNI ISO 14687 specifica invece le caratteristiche minime di qualità del combustibile a idrogeno, mentre la recente ISO 6583 (pubblicata nel novembre 2024) definisce i requisiti generali e le specifiche per il metanolo usato come carburante nei motori diesel marini.
Da anni UNI è partner di numerosi progetti europei sviluppati nell’ambito del programma quadro per la ricerca e l’innovazione Horizon Europe, proprio nella consapevolezza della imprescindibile funzione della normazione nel supportare e nel tradurre le più innovative esperienze di ricerca applicata in strumenti a disposizione del mercato, delle imprese, della società.
Nei mesi scorsi – ricorda UNI – è partito ufficialmente il progetto europeo BeBOP, che sta per “Biomass to bio/E-methanol by Breakthrough SOEC-based Process”. Finanziato dalla Commissione Europea, il progetto mira ad accelerare la transizione verso combustibili a zero emissioni. Anche UNI è della partita e si dichiara pronto a fornire il proprio contributo, sia delineando il quadro degli standard internazionali esistenti in materia sia, se opportuno, proponendo lo sviluppo di nuovi documenti normativi che supportino gli obiettivi del progetto in termini di circolarità e neutralità climatica.
La transizione energetica – conclude l’UNI – ha bisogno della “energia” di tutti… Anche della normazione.
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