L’osservatorio è stato promosso da CRIF elaborando i dati delle aziende che si sono registrate su Synesgy. La piattaforma di Cribis è specializzata nella valutazione di aziende in ambito Esg. E ha rilevato un impegno sempre crescente nell’adozione delle rinnovabili da parte delle aziende italiane.
Misurare le rinnovabili
Cribis, è la società del gruppo CRIF specializzata nel fornire informazioni, soluzioni e consulenza alle imprese. Ha recentemente annunciato i risultati della prima edizione del Global Synesgy Observatory 2024. L’osservatorio nasce con l’obiettivo di analizzare l’approccio alla sostenibilità delle aziende in tutto il mondo. È stato elaborato a partire dai dati delle imprese che si sono registrate su Synesgy, piattaforma specializzata nella valutazione di aziende in ambito ESG lanciata nel 2021 da Cribis.
Synesgy serve a misurare la sostenibilità di un’azienda e a valutare il livello di compliance ai criteri Esg (environmental, social, governance). È una soluzione che viene utilizzata da chi deve fare una rendicontazione non finanziaria. Ma anche da chi vuole verificare che i propri fornitori abbiano un approccio corretto nei confronti della sostenibilità. La metodologia su cui opera si basa su standard internazionali di eccellenza (Global Reporting Initiative, Global Compact delle Nazioni Unite, Carbon Disclosure Project, European Sustainability reporting standards). E sulla collaborazione con la credit ratings agency di Crif.
I parametri dello studio
Il campione dell’osservatorio è rappresentato da oltre 500mila aziende situate in 144 stati nel mondo. E da più di 2mila aziende capo filiera presenti in 23 stati nel mondo (dati: giugno 2024).
Il 91% delle aziende fornitrici sono Pmi con un fatturato compreso tra 500 mila e 50 milioni di euro. Mentre il 45% delle aziende capo filiera hanno un fatturato superiore a dieci milioni di euro. A livello italiano, ci sono oltre 135mila aziende considerate. Di queste, l’86% ha un fatturato medio inferiore ai dieci milioni di euro.
Lo studio prende in considerazione sei aree geografiche differenti: Africa, Asia e Australia, Europa, Nord America, Sud e Centro America, Medio Oriente. La valutazione (score ESG) tiene conto delle performance indicate nel database, delle informazioni raccolte tramite il questionario GRI-Licensed e dell’ampio database di informazioni di CRIF. Lo score ESG rappresenta la valutazione della conformità ai principi ESG (Environment, Social, Governance) di un’azienda. Il giudizio è rappresentato utilizzando una valutazione dalla lettera A (più alto – eccellente livello di sostenibilità) alla E (più basso, insufficiente livello di sostenibilità).
Esg e rinnovabili
A livello mondiale, lo score Esg mostra un miglioramento complessivo per le aziende prese in analisi che passano da un giudizio D nel 2021 (basso livello di sostenibilità) a C nel 2024 (soddisfacente livello di sostenibilità).
L’Europa è l’area geografica che ha registrato la crescita maggiore in termini di score medio Esg dal 2021 al 2024. Questo valore è infatti passato da un giudizio E nel 2021 (basso livello di sostenibilità), a D nel 2022 (sufficiente livello di sostenibilità) e C nel 2024 (soddisfacente livello di sostenibilità). Lo score Esg delle aziende che operano in Italia è passato da un livello sufficiente di sostenibilità (D) nel 2021 a un livello soddisfacente (C) nel 2024.
In termini di sostenibilità ambientale l’osservatorio analizza i livelli di adozione di energie rinnovabili evidenziando come siano in continua crescita a livello globale. L’Italia, con il 49% di aziende che utilizzano energie rinnovabili, si posiziona al di sopra della media mondiale (45%) ed europea (46%).
Il Continente che mostra il miglior posizionamento in termini di utilizzo di fondi rinnovabili è l’America Centrale – Meridionale con una percentuale pari al 57%. Tuttavia, permangono margini di miglioramento per raggiungere una completa transizione energetica.
Sostenibilità sociale: a che punto siamo?
Rispetto alla sostenibilità sociale, l’Italia mostra un leggero ritardo rispetto al resto del mondo. Nonostante progressi, persistono le disparità di genere nelle posizioni di leadership e nei ruoli operativi. L’analisi dei dati relativi alle posizioni manageriali rivela come a livello globale gli uomini occupino il 64% di questi ruoli, nell’Unione Europea il 66% e in Italia il 67%.
Per quanto riguarda invece la governance è importante sottolineare come la certificazione ISO 9001, indice di un sistema di gestione della qualità efficace, sia meno diffusa nelle aziende italiane (46%) rispetto alla media mondiale (54%) ed europea (53%).
Simone Rampichini, Senior Director of Synesgy at Crif: «Le aziende che hanno una valutazione compresa tra A (buon livello di sostenibilità) e B (ottimo livello di sostenibilità) presentano un rischio di liquidazione giudiziale minore del 30% rispetto a quelle che hanno un livello insufficiente (E). Questo dato sottolinea l’importanza di rafforzare ulteriormente l’integrazione dei principi ESG all’interno dei processi decisionali aziendali».