Progetto Marlic per la circolarità.
Riuso, riciclo, recupero. Da anni – da molto prima che si parlasse di transizione ecologica – era chiaro che la rimessa in circolo dei materiali di risulta fosse un passo importante per non riempire il pianeta di rifiuti e non continuare ad attingere alle risorse. Questo assunto ha visto nei decenni un’evoluzione nella pratica. Il passo più recente in Italia è il progetto creato in sinergia da Delta e Simonelli Group, due aziende italiane che collaborano grazie al progetto Marlic per la circolarità, co-finanziato dalla Regione Marche.
PROGETTO MARLIC PER LA CIRCOLARITÀ: I PROGONISTI
Delta – – società del gruppo Plados Telma – è un’azienda che ha maturato esperienze trentennali e competenze nella produzione di materiali compositi, anche grazie a un laboratorio R&D interno, dedicato allo studio di questi materiali e allo stampaggio di manufatti.
Simonelli Group è invece un’azienda impegnata nella produzione di macchine per caffè espresso, attenta alla ricerca in campo tecnologico, che già collabora con università ed enti di ricerca.
«Un vero e proprio caso di simbiosi industriale – spiegano congiuntamente Maria Savina Pianesi, R&D Manager Plados Telma, e Mauro Parrini, Plant & Innovation Manager Simonelli Group SpA – in cui, del materiale frutto della produzione di un’azienda, non chiude il suo ciclo di vita divenendo rifiuto (perché difficilmente riciclabile), ma si inserisce nuovamente nel ciclo produttivo, diventando risorsa, materia prima con caratteristiche e performance superiori rispetto al materiale di partenza, per la produzione di un’altra azienda»
PROGETTO MARLIC PER LA CIRCOLARITÀ: L’IDEA
I materiali di scarto di Delta – per loro natura e composizione – hanno le caratteristiche per diventare una risorsa, una nuova materia prima per la Simonelli Group.
Primo passo: ecco il piano di un colatoio di un lavello di scarto che diventa materiale per la realizzazione del coperchio di una macchina macina caffè.
Secondo passo: da alcuni altri materiali di scarto di prodotti della Delta, è stato realizzato un nuovo oggetto da corredo a una macchina professionale per il caffè.
Trasformazioni non scontate, che hanno imposto ai tecnici delle due aziende il superamento di alcune difficoltà intrinseche, prima fra tutte quella di tagliare un materiale molto resistente e duro.
DOV’È L’INNOVAZIONE?
Ma perché questo progetto è così particolare e innovativo? Perché, nell’industria, l’utilizzo massivo dei materiali compositi (scelti per via degli innumerevoli vantaggi: maggiore resistenza alla corrosione, peso inferiore rispetto ai metalli, durata elevata) ha sempre rappresentato una difficoltà specifica nell’economia circolare, dato che alla fine della loro vita si presentano come un mix di diverse sostanze chimiche non facili da smaltire (pensiamo quanto complicate da riutilizzare). Oggi, chi ha concepito progetti come questo cerca di trovare soluzioni a una difficoltà che rischia di inceppare la dinamica della circolarità.
Delta, capofila del progetto De-Manufacturing – uno dei due in cui si divide il più ampio piano Marlic – si sta muovendo tracciando una doppia traiettoria: da un lato stabilendo collaborazioni con altre aziende partner, nell’ottica della cross fertilization, dall’altro portando avanti studi per la realizzazione di prodotti eco-sostenibili partendo da scarti industriali.
In questo specifico caso, Simonelli Group ha fornito a Delta uno stampo per permettere prove di stampaggio con i nuovi materiali compositi green, per la realizzazione di scocche per macchine professionali per il caffè.
In particolare, sono state formulate ricette green con materie prime di recupero che hanno sostituito le materie prime originali. Queste ricette green sono state impiegate per ottenere pareti strutturali di macchine da caffè della Simonelli Group, consentendo così una scocca completamente di recupero. Motore trainante di queste attività è l’Università di Camerino, che conduce analisi e caratterizzazioni chimico-fisiche degli scarti e dei prototipi ottenuti.
La collaborazione fra due aziende ha il “cappello” economico di un ente (in questo caso al Regione Marche) e l’apporto scientifico e di ricerca offerto dal mondo dell’università: tutti elementi, questi, che rendono il progetto un esempio efficace e preciso di come la comunione di intenti tra istituzioni pubbliche e private e mondo accademico possa portare un contributo fondamentale, pratico ed efficace alla transizione ecologica.
Co-finanziato dalla Regione Marche attraverso il POR MARCHE FESR 2014/2020 (fondo europeo per lo sviluppo regionale), il progetto Marlic ha avuto origine nell’estate del 2020, quando l’ente ha voluto dare vita a una serie di strategie che s’inserissero nelle agende strategiche europee e nazionali, in particolare nell’ambito della manifattura sostenibile.
Il progetto Marlic è prima di tutto una piattaforma collaborativa, che dà spazio ad alcune tematiche specifiche individuate dalla S3 (Smart Specialisation Strategy) della Regione Marche, incentrate sul concetto di economia circolare, valutando diversi aspetti. Fra i temi al centro dell’attenzione, c’è la valorizzazione delle filiere del made in Italy, realizzata in chiave di transizione ecologia, attraverso la collaborazione tra diversi settori.
Il progetto De-Manufacturing – in cui si inserisce la collaborazione tra Delta e Simonelli Group – è uno dei due sotto progetti che alimentano la piattaforma e ha infatti tra i suoi obiettivi il recupero di scarti di produzione, di materiali da componenti compositi alla fine del proprio ciclo vitale e il recupero di materia prima e/o seconda, da cicli di produzione, da poter impiegare nuovamente per la progettazione e realizzazione di nuovi materiali compositi.
(Progetto Marlic per la circolarità)