Pompe di calore: un alleato chiave per decarbonizzare l’Europa
Dal tavolo di filiera del settore “pompe di calore”, tenutosi alla fine dello scorso aprile per presentare le proposte per il Recovery plan e gli obiettivi 2030-2050 dello european green deal, è emerso il ruolo determinante che possono giocare queste macchine termiche nell’accelerazione della transizione ecologica, facendo leva sull’effetto combinato di efficienza energetica e fonti rinnovabili.
«Puntare sulle pompe di calore» – ha affermato Stefano Bellò, vicepresidente di Assoclima – «significa investire su una delle tecnologie di punta per la decarbonizzazione e su una filiera industriale di eccellenza, fortemente radicata sul territorio e che ha dimostrato di saper fare sistema. Ampliando ulteriormente l’orizzonte, secondo l’ultimo rapporto del Cresme, il centro ricerche economiche sociologiche e di mercato nell’edilizia, il business impiantistico vale 32,6 miliardi di euro e assorbe il 25,7% delle risorse accrescendo il proprio ruolo nell’intera produzione edilizia».
Le pompe di calore sono macchine, elettriche, a gas o ibride, che prelevano energia rinnovabile dall’ambiente, quindi dall’aria, acqua o terra, e la trasferiscono nei luoghi in cui viene utilizzata.
Il fluido, in una prima fase allo stato di vapore, viene compresso per poi condensare, in una seconda fase, nel primo scambiatore di calore, fino a diventare completamente liquido; per effetto, il liquido cede calore all’esterno, quindi o riscaldando l’ambiente per una funzione di riscaldamento o smaltendo il calore nell’ambiente esterno per una funzione di raffrescamento. Nella terza fase, la valvola di laminazione consente al liquido di diminuire la propria pressione, dando il via a una nuova evaporazione. La quarta e ultima fase si verifica nel secondo scambiatore di calore, nel quale il fluido evapora del tutto, prelevando calore dall’esterno.
Questo ciclo è invertibile e, di conseguenza, la pompa di calore è una macchina che naturalmente si presta a un utilizzo continuo durante tutto l’anno, essendo capace sia di riscaldare sia di raffrescare un ambiente.
Gli obiettivi al 2030
Secondo il Pniec, il piano nazionale integrato energia e clima, il ruolo che le pompe di calore saranno in grado di giocare nella partita dei consumi da fonti rinnovabili termiche sarà più che raddoppiato nel 2030 rispetto al 2017, arrivando a 5.600 ktep (+111%). Si tratta di un incremento che dovrà assicurare l’85% dell’aumento dei consumi da fonti rinnovabili termiche, necessario per conseguire l’obiettivo 2030 del Pniec per i consumi termici. Non solo; l’aumento previsto dei consumi dalle sole pompe di calore, pari a circa 3100 ktep, coprirà il 26% dello sforzo complessivo di crescita di tutte le rinnovabili previsto dal piano.
Composto da AiCARR, Amici della terra Italia, Angaisa, Assistal, Assoclima, Assotermica, Cna, Confartigianato imprese, Elettricità futura, Enel e Unione consumatori, il tavolo di filiera delle pompe di calore ha l’obiettivo di mettere a fattor comune esperienze, competenze, relazioni e iniziative delle singole associazioni per indirizzare le Istituzioni verso azioni che possano essere utili ai fini di uno sviluppo ancora più significativo della tecnologia delle pompe di calore.
Le proposte di intervento
Per consentire alle pompe di calore di svolgere il ruolo che viene loro assegnato dal Pniec, sono stati individuati diversi assi di intervento.
In ambito di formazione e informazione è necessaria una campagna di comunicazione istituzionale rivolta ai cittadini, che sottolinei anche l’importanza di rivolgersi a tecnici preparati, che hanno l’obbligo di qualificazione professionale, da potenziare, per l’installazione e manutenzione di sistemi alimentati da Fer.
Grande spazio all’interno del tavolo di lavoro hanno trovato anche i temi delle tariffe elettriche e dell’incentivazione: l’auspicio resta quello di un testo unico per il riordino in materia di energia, che sposti gli oneri di sistema dalla bolletta elettrica alla fiscalità generale e stabilisca un sistema normativo contrattuale che premi chi installa pompe di calore in grado di dialogare con i dispositivi di energy management.
Altro punto riguarda la strategia “Renovation wave”, un intervento di respiro europeo che punta sul profondo rinnovamento energetico di ben 35 milioni di edifici entro il 2030.
Da ultimo, è stata caldeggiata l’installazione di sistemi di ventilazione meccanica controllata e purificazione dell’aria, così da assicurare i necessari ricambi di aria negli ambienti interni previsti dalla normativa.