Le transizioni green e digital spingono l’occupazione, tra sfide e opportunità

Sustainable practices for carbon reduction of factories. Renewable energy. Wind and solar power for sustainable energy. Sustainable transportation. Green energy. Carbon offsets, Generative AI
Una domanda in crescita, in termine di numeri, di competenze e di impiego di nuove tecnologie. È questo il trend spinto dalle transizioni green e digital riguardo all'occupaione per le imprese manifatturiere dei settori elettrotecnico ed elettronico

Circa 47mila le assunzioni programmate nel 2023, con una crescita del 3,9% sul 2022. Questo dato ha contribuito per il 6,6% al totale delle assunzioni in programma nel corso dell’anno nell’industria manifatturiera nazionale.

La crescita nel biennio 2022-2023 ha portato a fine periodo un incremento delle posizioni richieste rispetto al 2019 del 18% (+7 mila circa le assunzioni programmate). Con le filiere labour intensive della meccanica e dei trasporti le imprese elettrotecniche ed elettroniche nel quadriennio 2019-2023 hanno mostrato maggiore vivacità nella domanda di lavoro rispetto ad altri settori industriali.

 

Le tipologie d’impresa

A fare la differenza sulla domanda di lavoro è la struttura imprenditoriale. Sono le aziende con più di 50 dipendenti le più dinamiche. Registrano infatti un incremento annuo nelle assunzioni programmate del 9,4%, pari al 57,4% del numero totale di assunzioni previste in corso d’anno. Questo a fronte delle maggiori difficoltà delle micro imprese, con meno di 10 dipendenti, che fanno osservare una flessione sui livelli del 2022 del 10,5%. La quota totale delle assunzioni programmate si attesta sul 13,8%.

Si difendono, seppure modestamente, le imprese tra 10 e 49 dipendenti, con una crescita annua dell’1,8%. La quota sul totale delle assunzioni programmate si attesta sul 29%. Limiti condizionati anche dalla richiesta di “alta” formazione. Laurea o istruzione tecnica superiore (ITS) (32,9% dei candidati all’assunzione), livello di istruzione secondaria (61,2%, di cui diploma 35,6% e qualifica di formazione/diploma professionale 25,7%).

Valore aggiunto la sicurezza. Il 54,5% delle posizioni offrono contratti a tempo indeterminato (+17,5% rispetto all’anno precedente). A fronte di assunzioni a tempo determinato, superiore a 30 giorni, pari a 16 mila posizioni, in flessione sul 2022 del 10,7%. In lieve calo anche l’apprendistato (-1,3%), che incide sul totale delle assunzioni programmate per l’11,2%. Il 35,7% dei contratti che le imprese hanno previsto di attivare nel 2023 sono riservati soprattutto a giovani fino a 29 anni, corrispondenti a circa 17 mila posizioni disponibili.

 

La “crisi” della formazione

Le difficoltà delle imprese elettrotecniche ed elettroniche nel reperire nuovo personale e personale qualificato sono aumentate significativamente nel post pandemia. Il “gap” è evidente nel 2023 ed è determinato da più fattori. Da una parte dinamiche demografiche e ricambio generazionale, dall’altra disallineamento tra le competenze offerte dal sistema educativo e le richieste dal mercato.

Mancano nel 58% dei casi profili adeguati, specificatamente candidati con titolo di studio universitario (69,8% vs 51,7%), livello di istruzione secondaria (56,8% vs 31,6%), formazione professionale (51,9% vs 34,7%). Mentre per gli ITS si osserva un lieve miglioramento negli ultimi quattro anni.

Secondo le imprese elettrotecniche ed elettroniche italiane, nel 2023 l’ostacolo principale nel reperire il personale è imputabile al ridotto numero di candidati disponibili. L’insufficienza di candidati sale al 73,6% per i laureati, soprattutto con lauree in ingegneria industriale, elettronica e dell’informazione (71,3%). Mentre è pari al 59,4% per i candidati con formazione di livello secondario, specie con specializzazione di elettronica ed elettrotecnica (42,6%), meccanica, meccatronica ed energia (30,3%).

Il 27,5% dei candidati reperibili con difficoltà hanno invece mostrato inadeguatezza nelle competenze possedute. La difficoltà a reperire addetti con una laurea in materie Stem è dovuta al notevole aumento della domanda. A fronte di una crescita solo marginale del numero di laureati in queste specifiche discipline.

 

Il futuro occupazionale

Questi dati sono confermati da una survey realizzata a giugno 2024 dal Servizio Studi di Anie su un campione di 160 imprese socie. L’82% delle imprese si dichiara preoccupata per la mancanza di competenze tecnologiche specialistiche, soprattutto nella fascia di professionisti di livello intermedio, con 3-5 anni di esperienza (68%), fra i senior con 5-10 anni (60%), e gli junior con 1-3 anni a pari merito con esperti con oltre 10 anni di esperienza (30%).

La mancanza/carenza di competenze tecnologiche specialistiche, secondo le aziende intervistate, potranno comportare: perdita di opportunità di mercato (54%), rallentamento dei progetti (50%), incremento dei costi operativi (35%), difficoltà a investire in innovazione (24%).

Criticità che potrebbero essere “calmierate” da investimenti in programmi di formazione e sviluppo interni alle aziende (80%), avviando collaborazioni con università e istituti tecnici (67%), implementando forme di outsourcing di progetti tecnologici (17%) e/o reclutando talenti internazionali (10%).

Secondo le previsioni di Unioncamere, tra il 2024 e il 2028 le imprese elettrotecniche ed elettroniche italiane esprimeranno un fabbisogno di circa 22.500 nuovi occupati, portando lo stock occupazionale a fine periodo a circa 230 mila unità. Impattano sulle previsioni relative ai fabbisogni occupazionali settoriali anche le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che resta nel medio periodo una fondamentale opportunità di crescita per il Paese.

Immagine di Prism Capture acquista con licenza da Adobe Stock (AdobeStock_838715313)

Richiedi maggiori informazioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

css.php

Benvenuto!

Accedi al tuo account

Non sei ancora registrato?