Keep the Sun: una seconda vita ai pannelli solari

pannelli solari
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Da Coesa un progetto per dare una nuova vita ai pannelli solari e creare così il primo marketplace dell'usato per il fotovoltaico

È firmato dall’ESCo (Energy Service Company) torinese COESA il progetto del primo e-commerce europeo di pannelli solari usati. Il mercato dell’usato del fotovoltaico può valere potenzialmente 20 miliardi di euro all’anno. Ma allo stato attuale semplicemente non esiste. O viene gestito in maniera “amatoriale” da pochi privati che vendono i vecchi pannelli sulle piattaforme online. Il 90% dell’usato – 78 milioni di tonnellate di pannelli entro il 2050 secondo le stime ENEA – è destinato invece a finire in discarica. Si spreca in questo modo un enorme potenziale di energia green.

 

Un mercato di pannelli solari da sfruttare

«In pratica quello dell’usato è un mercato nero. È caratterizzato dalla totale mancanza di tutele per chi acquista». Ha sottolineato Matteo Stoppa, Chief Innovation Officer COESA. Coesa è un’azienda che sviluppa soluzioni di avanguardia per la transizione energetica di imprese, pubblica amministrazione e famiglie. «Se pensiamo che dopo 20/25 anni di utilizzo un pannello fotovoltaico mantiene l’80% della sua capacità – continua Stoppa – è facile capire che stiamo sprecando una colossale quantità di energia pulita e a basso costo».

Sviluppato in collaborazione con Politecnico di Torino, Unicredit e Fondazione Cottino, il progetto prende il nome di KeepTheSun. Intercetta le esigenze dei proprietari che intendono sostituire i pannelli solari con modelli di nuova generazione. Ma anche quelle di chi vuole creare un impianto off-grid, non connesso alla rete elettrica nazionale. Una tipologia di installazione che richiede potenze inferiori con un iter burocratico semplificato.

Il mercato di riferimento è globale. Si estende ai Paesi extra UE, dove non sono presenti incentivi per le rinnovabili. Ma anche a tutte le aree che hanno scarso accesso alle fonti di energia, dove l’89% dei pannelli vengono esportati illegalmente. Il processo di vendita prevede la creazione di una rete di stakeholder sul territorio. Questi si occuperanno di testare e certificare l’efficienza di ogni pannello messo in vendita. Una garanzia per tutti gli attori della filiera, nonché il motivo per cui il portale non sarà attivo prima del 2024.

Il nostro progetto trasforma quello che attualmente è un rifiuto in una risorsa preziosa, con evidenti riflessi sulla riduzione dell’inquinamento ma anche del contrasto alle vendite illegali“ spiega Federico Sandrone, Amministratore delegato e cofondatore di COESA. “Riciclare i pannelli fotovoltaici è costoso ed energivoro, riutilizzarli azzera invece la loro impronta di carbonio e può innescare circuiti virtuosi per il nostro sistema economico”.

 

Nell’immagine: (da sinistra) Dario Costanzo, COO e Federico Sandrone, Amministratore delegato

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