Il test ha confermato l’elevato rendimento dell’olio di soia nella generazione di biocombustibili per energia pulita e per la produzione di vapore nei processi di estrazione. Nei giorni di durata del test, condotto il 21 e 22 giugno, sono stati risparmiati oltre 47.000 Sm3 di metano.
Biocombustibili: OVP vs Metano
È stato un successo il test di estrazione di olio di semi di girasole attraverso la produzione di vapore generato da caldaie alimentate con olio vegetale puro (OVP). L’OVP sostituisce il tradizionale gas metano.
Il test è stato condotto nello stabilimento di Camisano Vicentino (VI) di Cereal Docks. È un’azienda italiana attiva nella trasformazione agro-alimentare per la produzione di ingredienti (farine, oli, lecitine) derivati da semi oleosi e da cereali. Questi destinati soprattutto ad applicazioni nei settori food, pharma, cosmetic e usi tecnici.
Grazie a bruciatori dual fuel dalle elevate capacità performanti in termini di resa di combustione, l’impianto, specializzato nella lavorazione di oli di semi oleosi, ha mantenuto un elevato rendimento (95%). E ciò ha permesso di ottennere un risparmio, nel processo di lavorazione, di oltre 47.000 Sm3 (Standard metri cubi) di Metano.
Sicurezza alimentare ed energetica
Un risultato che fa seguito a un investimento di 2 milioni di euro volto a modificare gli impianti di produzione di vapore. Per consentire l’utilizzo non solo del tradizionale gas metano, ma anche di OVP, in special modo derivati dalla lavorazione della soia.
«Siamo soddisfatti del risultato ottenuto. – Commenta Mauro Fanin, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Cereal Docks. – Un’ulteriore conferma di come un sottoprodotto della lavorazione della soia possa essere utilizzato in modo efficace per generare energia pulita».
Con circa 1 milione di tonnellate provenienti dall’agricoltura nazionale, l’Italia è il primo produttore europeo di soia non ogm. Di questi, circa l’80% trova applicazioni nel settore zootecnico. Una piccola quota invece è rappresentata dalla lecitina di soia. Mentre una quota di olio di soia è destinata all’alimentazione zootecnica e, in piccola parte, utilizzata per uso alimentare. L’olio di soia rappresenta dunque un “sottoprodotto strutturale” che permette di combinare sicurezza alimentare e sicurezza energetica.
Fonte di energia programmabile, rinnovabile e flessibile
«In Italia si producono circa 180.000 tonnellate annue di oli vegetali il cui utilizzo non necessita di nuove infrastrutture e logistica ad hoc. Ciò consente una produzione di biocombustibili sostenibili con un risparmio di emissioni di gas serra consistente. – Continua Fanin. – Abbiamo dunque a disposizione una fonte di energia programmabile, rinnovabile e flessibile. Una fonte energetica capace di compensare le fluttuazioni di potenza energetica nella rete dovute al ricorso a energia solare o eolica. Anziché disperdere tale risorsa, è il momento di creare sinergie tra diversi settori economici, a cominciare dall’agricoltura. Così da creare una filiera nazionale agro-energetica di bioliquidi OVP.
«Gli oli vegetali puri, come l’olio di soia, oltre a essere una fonte rinnovabile, sono sostenibili. – Dichiara Luca Franzosi, Group Energy Manager di Cereal Docks. – Infatti garantiscono un risparmio di emissioni di gas serra di circa il 65% a parità di energia prodotta da fonte non rinnovabile».