La moda è il terzo settore merceologico per utilizzo di acqua e terra e il quarto settore per impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici. Ogni secondo un camion carico di prodotti tessili viene smaltito in discarica. O il suo contenuto sottoposto a incenerimento. E ogni anno un europeo medio getta via 11 kg di prodotti tessili. Questi dati fanno capire quanto l’industria tessile abbia un forte impatto a livello ambientale.
Negli ultimi anni, però, l’industria si sta muovendo verso una maggiore sostenibilità. In risposta alle crescenti preoccupazioni ambientali e sociali, l’industria della moda inizia a prendere le misure. E lo fa utilizzando materiali sostenibili e adottando processi di produzione più efficienti. Tuttavia, il settore rimane ancora tra i più inquinanti e meno sostenibili a livello globale.
Gli obiettivi principali per una moda sostenibile
La produzione tessile globale è raddoppiata tra il 2000 e il 2015. Ed entro il 2030 è previsto un aumento del 63% del consumo di articoli di moda. Le spinte che da più parti arrivano per cambiare rotta a questo settore non mancano.
In linea con l’Action Plan emanato nel marzo 2020 dall’UE per il raggiungimento degli Obiettivi sostenibili entro il 2030, è previsto il passaggio a un’economia circolare anche per il settore tessile. Tra gli obiettivi principali per la moda entro il 2030 troviamo i seguenti.
- Ridurre del 30% le emissioni di gas serra.
- Ridurre del 50% la quantità di acqua utilizzata nell’intero ciclo di vita dei prodotti.
- Eliminare completamente l’utilizzo di sostanze chimiche pericolose nella produzione.
- Promuovere una maggiore trasparenza e responsabilità a livello del ciclo di vita dei prodotti.
- Promuovere una maggiore equità e giustizia sociale, attraverso il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle comunità locali.
Cosa sta avvenendo nel concreto?
«Per raggiungere gli obiettivi sarà indispensabile investire in tecnologie innovative e sostenibili per la produzione di tessuti. E in prodotti della moda più durevoli, riciclabili e a basso impatto. Garantendo la tracciabilità della filiera e promuovendo una maggiore collaborazione tra aziende, governi, organizzazioni no-profit e consumatori. – Dichiara Raffaella Santoro, direttrice Global Strategic Solutions per il settore Softlines di TÜV SÜD. – Il tutto al fine di creare un sistema più sostenibile e trasparente. Ma anche per sviluppare sistemi di riciclo e di recupero dei materiali. E ridurre infine gli sprechi e l’impatto ambientale del settore della moda».
L’European Green Deal presenta una tabella di marcia per rendere sostenibile l’economia dell’UE trasformando le sfide climatiche e ambientali in opportunità per tutti i settori. Rispetto al mondo dell’industria tessile, si possono individuare due importanti iniziative.
- La proposta di Direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde (2022).
- La Direttiva Ecodesign – Regolamento sulla progettazione eco-compatibile dei prodotti sostenibili (ESPR).
La prima mira a rendere eque e trasparenti le relazioni tra imprese e consumatori. E a sostenere il benessere dei consumatori europei e l’economia dell’UE. La proposta mira, inoltre, a contrastare le pratiche commerciali sleali che inducono i consumatori ad allontanarsi da scelte di consumo sostenibili.
La seconda, invece, si rifà alla direttiva 2009/125/CE sulla progettazione eco-compatibile che si applica solo ai prodotti connessi all’energia.
Secondo questa direttiva i requisiti per i prodotti sostenibili sono i seguenti.
- Durabilità, riutilizzabilità e riparabilità dei prodotti.
- Assenza di sostanze che ostacolano la circolarità.
- Efficienza energetica e delle risorse.
- Contenuto riciclato.
- Rigenerazione e riciclaggio.
- Impronta di carbonio e impronta ambientale.
- Requisiti informativi, tra cui un Passaporto Digitale di Prodotto.
TÜV Italia e i test di durabilità
I test di durabilità per i prodotti tessili sono una serie di test utilizzati per valutare la resistenza dei tessuti e dei materiali impiegati nella produzione di capi di abbigliamento e accessori. Questi test vengono eseguiti per garantire che i prodotti tessili soddisfino gli standard di qualità e sicurezza. E per certificare anche che resistano all’usura quotidiana e al lavaggio. Possono includere una serie di procedure. Tra questi, la valutazione della resistenza alla trazione, alla flessione, all’abrasione, alla piegatura, al pilling, alla stabilità del colore e alla resistenza al lavaggio. Inoltre, possono essere testati anche altri fattori come la resistenza al sudore, all’acqua e alle sostanze chimiche.
L’utilizzo di questi test è particolarmente importante per la sostenibilità dell’industria tessile. Consente infatti di identificare i materiali e i processi produttivi più efficienti e di ridurre il consumo di risorse naturali. Inoltre, attraverso questi test è possibile valutare l’impatto ambientale dei prodotti tessili anche durante l’utilizzo e lo smaltimento.