Ambiente in Costituzione, MUD, misure urgenti per l’energia: i principali provvedimenti.
L’AMBIENTE IN COSTITUZIONE
Dal 9 marzo – per effetto della legge 11 febbraio 2022, n.1 – sono in vigore le modifiche che rappresentano la riforma ambientale della nostra Carta costituzionale risalente al 1947.
Nel 1947, lo scenario era quello del dopoguerra, la massiccia industrializzazione che conosciamo oggi e le sue conseguenze – ambientali e non – erano ancora lontane.
Non deve, quindi, destare stupore l’originaria assenza di qualsivoglia riferimento alla tutela ambientale; e, come spesso accade, finora è stata la giurisprudenza a porvi rimedio estendendo, mediante lo strumento interpretativo, il campo di applicazione di norme esistenti. Si può segnalare, ad esempio, una storica sentenza della corte di Cassazione a sezioni Unite civili (6 ottobre 1979, n. 5172) che ha definito il diritto all’ ambiente come «diritto ad un ambiente salubre, che trova il proprio fondamento nel diritto alla salute garantito dall’art. 32 della Costituzione».
Solo nel 1987 si è registrato il primo, fondamentale, intervento della Corte costituzionale che è giunta addirittura ad affermare che «nel nostro ordinamento giuridico la protezione dell’ambiente è imposta da precetti costituzionali (artt. 9 e 32) ed assurge a valore primario ed assoluto» (sentenza 30 dicembre 1987, n. 641).
La recente riforma, invece, promuove un triplo intervento sull’articolato esistente:
- introduzione di un nuovo comma nell’art. 9;
- modifica dell’ art. 41;
- introduzione di una clausola di salvaguardia per l’applicazione del principio di tutela degli animali.
Si segnala, in particolare, il tenore del nuovo comma 3 dell’art. 9 che recita «[la Repubblica…] Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali».
(Legge 11 febbraio 2022, n.1)
VECCHIO MUD, NUOVE REGOLE
Con il D.P.C.M. 17 dicembre 2021, pubblicato sul supplemento ordinario n. 4 alla Gazzetta Ufficiale del 21 gennaio 2022, n. 16, è stata nuovamente messa mano al modello unico di dichiarazione ambientale (MUD) che, quindi, dovrà essere presentato entro il 21 maggio.
Per quanto concerne, innanzitutto, l’alveo dei soggetti obbligati a rendere la dichiarazione in esame (art. 189, D.Lgs. 152/2006) e le sanzioni eventualmente applicabili in caso di trasgressione (art. 258 del medesimo decreto), nulla è mutato.
Le novità, invece, riguardano:
- la Scheda materiali (SMAT), relativa alla Comunicazione imballaggi, dedicata ai materiali ottenuti da trattamenti di recupero (end of waste);
- l’ampliamento della Comunicazione rifiuti urbani e raccolti in convenzione, che dovrà essere compilata anche dai trasportatori che hanno raccolto i nuovi rifiuti classificati come urbani (per effetto delle modifiche introdotte dal D.Lgs. 116/2020 sul D.Lgs. n. 152/2006) e prodotti dalle utenze non domestiche al di fuori dell’ambito del servizio pubblico di raccolta;
- la Scheda riciclaggio dedicata agli impianti che effettuano le operazioni di riciclaggio finale di rifiuti urbani e di imballaggio.
Modifiche che, fin da subito, hanno ricevuto parecchie critiche in quanto spesso richiedono dati ulteriori che, tuttavia, gli operatori non sapevano di dover raccogliere visto che la dichiarazione si riferisce generalmente all’attività svolta nel corso dell’anno precedente rispetto a quello in cui la si deve rendere.
(D.P.C.M. 17 dicembre 2021)
Clicca qui per iscriverti alla newsletter di Transizione ecologica Italia: è gratis!
ENERGIA E GAS: MISURE URGENTI
Entrato in vigore il 2 marzo scorso, il decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17 recante «Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali» raccoglie in una manciata di articoli una sfida decennale.
Il motivo è presto detto: «ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di introdurre misure finalizzate al contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale, nonché misure strutturali e di semplificazione in materia energetica e per il rilancio delle politiche industriali».
Sono previsti, in particolare:
- contributi straordinari, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese energivore e delle imprese a forte consumo di gas naturali;
- semplificazioni per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili;
- misure per fronteggiare l’emergenza del caro energia attraverso il rafforzamento della sicurezza di approvvigionamento di gas naturale a prezzi equi.
Sono stati stanziati, inoltre, 700 milioni di euro per il 2022 e 1.000 milioni di euro per gli anni successivi fino al 2030 a sostegno della transizione verde, della ricerca e della riconversione delle politiche industriali (ad esempio automotive) verso forme produttive innovative e sostenibili.
(Decreto-legge 1° marzo 2022)