(L’autoproduzione di energia premia la competitività)
Realtà di riferimento nell’Agro Pontino, nonché tra i leader nazionali nell’industria lattiero-casearia, da circa due anni il gruppo Francia ha intrapreso un riposizionamento mirato a uno sviluppo di lungo periodo, rispettoso della sostenibilità e del territorio. Massimo Panagia (nella foto qui sotto) è amministratore unico di Francia Latticini e di Francia Industria Lattiero Casearia. «Abbiamo messo a sistema i driver del nostro sviluppo – dice – cioè, qualità dei prodotti e delle materie prime d’origine locale, con un approccio vocato alla sostenibilità dei processi. Oggi tutti i nostri investimenti convergono verso tre obiettivi: l’esteso impiego di tecnologie per incrementare l’efficienza energetica dei processi, l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e la fidelizzazione delle filiere di approvvigionamento delle materie prime».
Come perseguite i traguardi in ambito energetico?
Dall’ottobre 2021 lo stabilimento di Sonnino è equipaggiato con tecnologie 4.0 per la produzione efficiente del freddo. Da sempre recuperiamo energia da tutti gli scambi termici presenti nei nostri processi produttivi. Due anni fa abbiamo anche realizzato la nuova centrale di refrigerazione, ad altissima efficienza e stabilità, riducendo il fabbisogno energetico annuo del 10-15%. Contemporaneamente abbiamo investito importanti risorse per l’autosufficienza energetica. In entrambi gli stabilimenti valorizziamo le biomasse di scarto, utilizzandole come materia prima pressoché esclusiva per alimentare impianti di produzione di biogas, attraverso tre bio-digestori. Per esempio, nello stabilimento di Sonnino un cogeneratore da 599 kW trasforma il biogas in energia elettrica fino a quattro milioni di kWh all’anno, mentre il digestato, risultante dalla produzione del biogas, serve come ammendante per la produzione di foraggio che alimenta le mandrie bovine.
Qual è l’intervento più recente?
Nel settembre 2022 è entrato in funzione l’impianto fotovoltaico sulla copertura dello stabilimento di Sonnino, composto da oltre 2.300 moduli per complessivi 805 kWp. La produzione attesa è di 900 mila kWh all’anno, che copriranno circa il 15% del fabbisogno energetico. Poiché la lavorazione inizia all’alba e si conclude al tramonto, l’energia solare è prodotta e consumata in sincronia con i processi industriali. Di conseguenza riusciamo ad auto-consumare oltre il 90% dell’elettricità senza bisogno di stoccaggio.
L’articolo completo su Transizione energetica n. 1/2023